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UNA MAPPA ANTISTRESS

UNA MAPPA ANTISTRESS

di Pier Prospero, da “Tutto Eco, Annuario dellEcologico”, Edizioni Distilleria  2003

Per mettere in atto una progettazione consapevole è necessario conoscere l’esatta ubicazione delle “zone di disturbo” eventualmente presenti nel sito del progetto.

Non essendovi strumentazioni scientifiche in grado di rilevare localmente in piccola scala le eventuali “zone di disturbo” presenti in un terreno, si rende necessaria l’analisi geobiofisica del sito per individuare e mappare la situazione delle anomalie e delle discontinuità presenti nel campo energetico naturale locale.
Questa indagine è necessaria anche per ottenere l’analisi energetica completa del sito (dei campi tecnici e delle anomalie nei campi naturali o tellurici) prescritta dalla Bioarchitettura e dall’Architettura Bioecologica come analisi preliminare alla progettazione.

L’analisi geobiofisica dell’ambiente si differenzia dalla geobiologia per la totale estraneità all’esoterismo e per la visione scientifica della percezione dei campi energetici provenienti da fonti naturali.
Inoltre l’analisi geobiofisica ha come finalità la mappatura delle “zone di disturbo”, causate dalla situazione geologica ed elettromagnetica del sito, per poterle evitare nella progettazione e nell’arredo delle abitazioni.
Nella geobiologia, invece, è quasi sempre presente la proposta di soluzioni per eliminare le fonti di disturbo con presunti “apparecchi schermanti” e, speso, è presente anche l’intervento per curare i disturbi (geopatie) delle persone coinvolte, che invece è un ambito proprio della medicina.tutto eco 2003 rilievo geo ok

PREVENIRE LE GEOPATIE

L’analisi geobiofisica agisce preferibilmente per la prevenzione e il mantenimento dela salute; in questo si trova in sinergia con la bioarchitettura/architettura-bioecologica.
La medicina naturale si occupa da tempo delle patologie che possono essere fatte risalire all’esposizione prolungata a campi elettromagnetici naturali: le geopatologie.
la branca medica della Geopatologia afferma che il luogo di vita influisce notevolmente sulla salute delle persone per il fatto che gli scambi energetici dei substrati geologici e dell’idrogeologia, le tensioni tettoniche e, più in generale, la presenza di campi elettromagnetici naturali, si avvertono in superficie e in questo modo possono causare un tipo di stress chiamato “stress tellurico”, cioè dovuto a fattori legati al substrato del tereno.
Questo stress è molto subdolo poichè si accumula soprattutto mentre l’organismo dorme, quando il corpo resta fermo molte ore nello stesso posto per molti anni.
Se nel sonno il sistema immunitario è in un continuo stato di stress è impedita la sua rigenerazione. Quindi, se è opportuno evitare di costruire la propria casa sulle emissioni più stressanti dovute alla situazione idrogeologica e sismica del territorio, diventa indispensabile evitare di porre i letti in corrispondenza di campi energetici che produconostress, anche se sono di estensione molto limitata.
Faglie, dislocazioni, fratture e scorrimenti di acque sotterranee si comportano in qualche modo come i cavi elettrici dell’alta tensione quando sono interrati abbastanza profondamente: emettono un campo energetico direzionato principalmente verso l’alto, più intenso vicino all’origine e sempre meno intenso man mano che aumenta la distanza.
Se la persona che dorme è sulla verticale di uno di questi campi questa situazione potrà risutare stressante sia per l’intensità del campo, sia per le informazioni che questo campo trasporta.
La questione delle informazioni trasportate è cruciale perché i campi energetici degli acquiferi sotterranei possono causare un maggiore stress se le informazioni contenute nella loro acqua sono proprie di elementi inquinanti molto tossici.
Qui il legame dell’analisi geobiofisica con la difesa dell’ambiente è palese e si estende anche alla lotta all’inquinamento energetico o elettrosmog.

STRESS CRONICO

La chiave per capire l’importanza dell’analisi geobiofisica del luogo in cui si dorme è quindi lo stress “cronico”.
Se il letto dove dormiamo tutte le notti è disposto in modo da esporci ad una “zona di disturbo” causata dalla conformazione del sottosuolo, le prime volte sentiremo dei segnali di allarme, come malesseri vari al risveglio, ma continuando a dormirci l’organismo sarà costretto a cederee ad abituarsi a quelle sensazioni e non manderà più segnali d’allarme avvertibili.
Così lo stress “tellurico” si accumula in maniera cronica, notte dopo notte per anni senza cessare mai, fino a che l’organismo, sollecitato anche da svariati altri fattori di stress, esaurisce le sue riserve di energia, cede e si ammala.
Il nostro organismo ha una notevole capacità di adattamento e resiste anche a situazioni difficili, ma non per un tempo indefinito.
Se lo stress non è troppo forte, ma non ha mai fine, cioè diventa cronico, l’organismo ad un certo punto si scarica e cede, compromettendo il sistema immunitario e aprendo così la strada alla patologia.
Lo stress è dato dall’imposizione di una pressione che l’organismo contrasta mobilitando le sue energie.
Se è di breve durata, e poi l’organismo può rilassarsi recuperando le energie spese, si tratta di uno stimolo che spesso è utile.
Se invece non finesce mai o si rinnova continuamente, come quello dato dai campi elettromagnetici e dall’inquinamento indoor, causa la mobilitazione di tutte le energie disponibili senza possibilità di recuperarle adeguatamente, fino all’esaurimento dell’energia e al conseguente crollo del sistema immunitario.
A quel punto ciascuno secondo la sua ereditarietà, la sua caratteriologia e il suo stile di vita andrà incontro ad una patologia a cui è predisposto.
Attualmente l’analisi geobiofisica dell’ambiente trova sempre più spazio nelle medicine e nelle terapie olistiche, come la Medicina Tradizionale Cinese, l’Omeopatia, la Psicosomatica, la Bioelettronica, l’Analisi Bioenergetica e in tutte le terapie naturali e “dolci” che tendono a considerare il paziente anche in relazione al suo ambiente di vita.
Portando l’analisi geobiofisica dei luoghi in un ambito scientifico si stanno già stabilendo comportamenti deontologici e criteri di formazione decisamente diversi dall’improvvisazione o dall’esoterismo, comportamenti professionali che possono soddisfare anche le ragionevoli aspettativtutto eco 2003 Pier oke dei ricercatori e degli operatori medici. – fine dell’articolo –

In quegli anni attorno al 2003 ero in un buon periodo: dopo 10 anni che mi occupavo di geobiologia e soprattutto dopo il corso di specializzazione in Germania,  avevo acquisito una mia sicurezza e proponevo una mia scuola di pensiero nella materia, che per differenziarmi dai radiestesisti chiamavo “analisi geobiofisica dei luoghi” come mi aveva suggerito il professor Chiari che non voleva sentir parlare di “geobiologia”.tutto eco 2003 ANAB ok
Infatti le edizioni Distilleria mi chiesero un articolo e degli altri materiali per il loro annuario “Tutto Eco” in cui, tra gli articoli di approfondimento sarebbe comparso uno spazio bello grande per la Bioarchitettura.
Avevano chiesto la collaborazione dei tre maggiori esperti italiani nel settore, e dietro a loro delle tre associazioni maggiormente rappresentative: Giancarlo Allen, rappresentante più di spicco in quel momento dell’architettura bioecologica propugnata dall’ANAB; Ugo Sasso, rappresentante della bioarchitettura, fondatore dell’INBAR; Pier Prospero (!!!), rappresentante dell’analisi geobiotutto eco 2003 INBAR okfisica dei luoghi proposta dall’Istituto GEA.
Distilleria Ecoeditoria realizzava così senza saperlo il mio sogno di alcuni anni prima di unire in un convegno organizzato da GEA al SANA di Bologna queste stesse tre associazioni per favorire il dialogo e l’unità di intenti in Bioarchitettura, sogno che non potè avverarsi per l’opposizione sia di ANAB che di INBAR a trovarsi assieme, anche se l’incontro sarebbe avvenuto con la mediazione di GEA che vedeva nel suo gruppo dirigente esponenti di entrambe le associazioni di bioarchitetti.