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“SCHERMATURE”: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

“SCHERMATURE”: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

di Pier Prospero, da “Living Land, i territori dell’abitare” n. 1/2001 (rivista specializzata edita dal Centro HSA Torino)

La Geobiologia è un vasto contenitore non ancora formalizzato ufficialmente in cui si trovano varie branche di studi e di professionalità.
Si va dallo studio dell’interazione tra ambiente abiotico e ambiente biotico nell’evoluzione della vita sul pianeta, oggetto di corsi di laurea in alcune università, alle indagini sugli effetti dell’acqua sotterranea sulla salute.
Ma purtroppo non è di questo che si occupano i media quando parlano di Geobiologia.
Fa notizia solo il fatto che ci siano persone strane che “percepiscono” i campi energetici e in genere queste notizie sono date come descrizioni di fenomeni del mistero o del paranormale.
Invece nell’Analisi Geobiofisica dell’Ambiente non vi è spazio per il paranormale, il mistero, l’occulto o la magia, poiché in quest’ambito si studiano il più possibile scientificamente le varie interazioni tra le tre “sfere” inscindibili ed interdipendenti che compongono il pianeta: quella energetica, quella biologica e quella abiotica.Mary rileva H in un cantiere ok
L’Analisi Geobiofisica si può considerare perciò figlia di una scienza di frontiera che ha molto da scambiare con la nuova fisica e con il pensiero olistico, antimeccanicista.
Occorre però ridimensionare anche la pretesa della scienza di avere una spiegazione per ogni fenomeno, pretesa che dà origine alla falsa e pericolosissima idea che, a sua volta, la tecnologia abbia una soluzione per ogni problema.
Infatti, se si andasse a vedere quali sono le attuali conoscenze scientifiche della “sfera” energetica del nostro pianeta si potrebbe rimanere amareggiati.
Anche nell’analisi energetica dell’ambiente si trovano i germi di questo modo di pensare laddove si segue la via dello “schermare” dal danno, dando per scontato e necessario che il danno debba avvenire; dove cioè si utilizza una tecnologia per vendere rimedi sfruttando la costruzione nociva delle abitazioni, la volontà politico-economica di inviare tutte le informazioni in modalità wireless (senza cavi) inquinando così tutta la biosfera di smog elettromagnetico, la conoscenza della nocività delle microonde e quant’altro possa creare apprensione nella popolazione.
Questo filone è estremamente funzionale alle applicazioni distorte della scienza in quanto mantiene in uno stato non conflittuale la popolazione.
Infatti, tale filone di pensiero consegue due risultati negativi:

  1. utilizza contro gli intenti dei ricercatori stessi le conoscenze frutto di anni di ricerca in condizioni di ostracismo da parte di coraggiosi ricercatori sulla nocività dei vari sistemi, dall’edilizia alle teletrasmissioni, per lasciare le cose come stanno e creare l’illusione di una falsa sicurezza individuale ottenuta con l’acquisto di una “schermatura”;
  2. impedisce che nelle persone si instauri il concetto della prevenzione che è fondamentale in una valutazione qualitativa per migliorare la situazione della salute.

Personalmente sono rimasto molto a disagio quando, ricevendo la cartellina pubblicitaria, ho realizzato che un convegno al quale ero invitato come relatore, al pari della biocasa presentata nell’area espositiva, era sponsorizzato da una ditta che produce “pseudo-schermature” sia per i campi elettromagnetici tecnici, sia per quelli naturali.
Una parte di me avrebbe voluto che io dicessi al pubblico presente in sala che il dottor Ernst Hartmann era stato perito del tribunale civile tedesco nelle cause contro i fabbricanti e i venditori di strumenti di presunta “schermatura”, alcuni dei quali anche per merito suo erano stati costretti a risarcire i danni e a ritirare i loro prodotti dal mercato.
Un’altra parte di me si è rifiutata di entrare in polemica e ha preferito limitare il contributo che portavo al convegno al minimo indispensabile, sentendomi come un ospite sgradito.
Ma perché reagire così, quando le principali associazioni di Bioarchitettura e di architettura bioecologica presentano nelle varie fiere del naturale o dell’arredamento le proposte di “casa bioecologica” inserendovi tranquillamente le “schermature” contro i campi elettromagnetici naturali in grado di produrre stress (definendoli erroneamente geopatie) e le “schermature” ai campi tecnici (da telefonia, radio, televisione, ecc.), non è un bene che le case sane siano anche protette dalle interferenze ambientali che potrebbero nuocere alla salute dei loro abitanti?

schermatura reale radioattivitàChiariamo intanto il concetto di “schermatura”: per schermatura s’intende un prodotto che posto tra l’origine di una irradiazione e il possibile recettore, sia in grado di impedire totalmente o parzialmente il passaggio dell’irradiazione.

Il paragone più immediato è con il piombo che è posto a protezione dei radiologi in speciali giubbotti che devono indossare quando lavorano: i “raggi X” non riescono ad oltrepassare la lamina di piombo e così non raggiungono il corpo dell’operatore.
Per tornare all’esempio del piombo, è vero che è utile inserirne dei fogli nei muri degli ambulatori di analisi clinica degli ospedali per non permettere fughe di radiazioni che potrebbero colpire chi si trova nelle stanze adiacenti, ma è da evitare un suo utilizzo diffuso in edilizia poiché rilascia un ossido molto tossico, oltre a non essere certo ecologica la sua estrazione e lavorazione. Se da una parte si combatte la presenza di piombo negli idrocarburi non si può certo proporre dall’altra di foderare le case di piombo contro le radiazioni o peggio, come è ancora in uso, per l’isolamento acustico.
Un altro tipo di schermatura si ottiene con l’energia elettromagnetica: infatti opponendovi un campo uguale e contrario si può annullare l’effetto di un campo magnetico o elettromagnetico. Per produrre questo secondo campo si dovrebbe comunque utilizzare energia elettrica, utilizzare un’antenna e disporla nel modo opportuno. L’inquinamento elettromagnetico complessivo in questo modo aumenterebbe e questo tipo di sistemi non è certo il migliore da utilizzare. Infatti, sono cose che piacciono molto ai militari di ogni Paese per oscurare le trasmissioni televisive e radio dei “nemici”.
Più semplicemente si studiano dei materiali che riescano ad essere impermeabili al passaggio di queste onde come una fittissima “gabbia di Faraday” che può essere utilizzata per proteggere la casa quale estremo rimedio al dilagare delle trasmittenti. Ma in questo caso se si tratta di una perfetta “gabbia di Faraday” gli esperimenti hanno dimostrato che può essere nociva, infatti, totalmente rinchiuse dentro gabbie di Faraday le cavie si ammalano. La soluzione per noi non sta quindi nell’avvolgere le abitazioni bioecologiche in schermature che per essere efficaci isolano elettricamente dall’esterno, ma nel tentare una lotta contro il dilagare delle trasmittenti e soprattutto contro la loro disposizione nei pressi delle abitazioni.
La filosofia non è quella della casa impermeabile alle radiazioni, ma è l’idea di trovare un giusto compromesso tra le esigenze tecnologiche e la salute umana, tra le esigenze abitative e la situazione del territorio, tra la casa e l’energia dell’ambiente in cui è costruita. Dobbiamo mettere al primo posto la salvaguardia delle condizioni energetiche naturali dell’ambiente e sostenere un “adattamento intelligente” delle attività umane a queste condizioni.
Per esempio la soluzione migliore rispetto allo stress da campi elettromagnetici tellurici rimane sempre quella dell’ “adattamento intelligente” al luogo: cioè quella di scegliere per dormire le zone neutre della casa e non quelle che causano stress.
Fin qui si è parlato di “schermature” efficaci, cioè di prodotti che sono stati testati scientificamente e sono in grado di schermare parzialmente o totalmente alcune bande di frequenza ciascuno (nessuno sinora scherma tutti i range di frequenze).
Si va dal reticolo di rame in grado di schermare il solo campo elettrico, ai pannelli in lega metallica in grado di schermare il campo magnetico a 50 Hertz, alle reti sottilissime di metalli superconduttori in grado di schermare le microonde, al piombo in grado di schermare le radiazioni ionizzanti ad eccezione delle radiazioni gamma e delle onde cosmiche.
Deve essere chiaro che qui non si parla di sistemi di compensazione i quali agiscono attraverso l’invio di informazioni veicolate su campo magnetico e si ascrivono al settore della magnetoterapia. Infatti, questi sistemi – se studiati e prodotti scientificamente – possono essere in grado di migliorare la resistenza dell’organismo ai vari stress compreso quello tellurico, ma non modificano l’ambiente energetico naturale circostante se non immettendovi il proprio debole campo il quale si somma agli altri campi presenti. Il successo di queste terapie è basato sulla qualità delle informazioni che riescono a portare all’organismo, non sulla schermatura di alcunché, anche se alcune ditte – scorrettamente – vendono alcuni di questi sistemi pubblicizzandoli falsamente come “schermature” contro le onde nocive.
Per chi mantiene un vivo interesse per la Bioarchitettura-architettura bioecologica è chiaro che il pensiero dei suoi fondatori andava a una casa trasparente alle onde, che possa beneficiare di quello che la natura ha posto come energia nel luogo dove è costruita e riparare i suoi abitanti dagli eventuali eccessi.
In quest’idea la difesa dai campi tellurici è realizzata scegliendo per costruire, o almeno per disporre le stanze da letto, un posto non disturbato in tal senso, e la difesa dai campi tecnologici è realizzata mantenendo la casa a una adeguata distanza dalle sorgenti di questi campi sfruttando la legge fisica per cui l’intensità del campo decade in modo esponenziale all’aumentare della distanza.
Inizieremo a discutere seriamente di “schermature” ai campi tellurici solo quando ve ne sarà la materia, cioè quando – come per i campi tecnici – saranno prodotti sistemi efficaci, ma data la situazione, poiché ci preme un corretto rapporto con la casa bioecologica e la Bioarchitettura, riteniamo necessario chiarire come la pensiamo in proposito.
Oltre agli oggetti magici, alle fialette belghe, e a altre cose palesemente irrazionali, molto frequenti sono le proposte di cosiddette “schermature alle geopatie” sotto fergo biostar mterasso schermante copiaorma di stuoie da porre sotto il pavimento in costruzione o di stuoie sopramaterasso da mettere nel letto.
In questi prodotti sono presenti reticoli di rame e/o bande magnetiche spesso con qualche altro congegno “raccoglitore di onde nocive” a cui sono collegati.
Sembrando le stuoie forse più razionali, sono proprio questi sistemi a far breccia nelle situazioni di cui ci stiamo occupando. Ma vediamo i loro elementi e le rispettive funzioni:

  • il reticolo di rame ha la funzione di raccogliere l’energia elettrica statica e di scaricarla, e ha solo questa funzione, oltre a non far passare eventuali campi elettrici.
  • le bande magnetiche restituiscono un segnale che vi è stato registrato (come su un nastro magnetico) e lo fanno arrivare alle persone che vi dormono sopra sfruttando un campo magnetico statico: si tratta perciò di ben conosciuti effetti di magnetoterapia a bassa intensità. Non possono schermare nulla, né il loro campo è uguale e contrario ad alcuno di quelli tellurici che del resto non essendo ancora misurabili, evidentemente non si trovano nello stesso ordine di cose.
  • i raccoglitori di onde nocive contengono per lo più cristalli e acque mariane (diluizioni dell’acqua proveniente da qualche sorgente miracolosa che, come dice giustamente il prof. Emilio Del Giudice, altro non sono che medicine omeopatiche naturali) o anche nulla. Dovrebbero risucchiare non si sa come le “onde nocive” da campi tellurici e/o tecnici presenti nella zona ed annullarle o modificarle partendo dal presupposto che le altre parti della “schermatura” le blocchino e se ne impregnino, e quindi che – a saturazione – potrebbero a loro volta cederle all’ambiente.
  • eventuali supporti organici vengono pretesi come ulteriori schermanti, mentre è chiaro che sughero o altro non oppongono alcuna resistenza ai campi tellurici o ai campi tecnici. Semmai potrebbero avere un effetto compensatore se mandano informazioni “buone” all’organismo, ma in genere per farlo devono essere a contatto.

Se il tutto funzionasse, cioè avesse la capacità di impedire ai campi tellurici di raggiungere le persone, potremmo infischiarcene delle incongruenze, della non scientificità, della irrazionalità e utilizzarlo dove necessario; noi non siamo scientisti ideologici e non neghiamo che esista dell’altro che la scienza ancora non sa, non capisce o non vuole vedere.
Ma il tutto non funziona: se appena si esegue una prova in cieco, cioè se si rileva la presenza di campi tellurici non sapendo che è presente uno di questi dispositivi si vede che non funziona niente.
Oltre ad alcune prove fatte di proposito, ma ancora suscettibili di critica metodologica, l’esperienza pratica di lavoro come consulenti in Geobiofisica ci ha fornito molti esempi interessanti sui più svariati oggetti e materiali “schermanti”.
Nell’indagine geobiofisica dei luoghi, dopo aver concluso di rintracciare le zone nocive presenti nella camera, spesso ho fatto spostare il letto per ricavare la posizione precisa e segnarla sulla mappa, e così facendo qualche volta ho scoperto un oggetto che il committente aveva disposto secondo le istruzioni del venditore per annullare ogni influenza di “geopatie” e non aveva rimosso, né mi aveva avvertito della sua presenza, proprio perché – consciamente o inconsciamente – voleva una conferma della sua efficacia. La reazione dei committenti messi al corrente della scoperta dell’oggetto a indagine completata, cioè di fronte alla migliore dimostrazione dell’inefficacia dell’oggetto stesso, di solito è quella di dichiarare che avevano già il sospetto che non funzionasse perché i loro sintomi non erano affatto scomparsi.
L’obiezione tipica di venditori e produttori a questo punto è che l’oggetto non fosse disposto correttamente come da istruzioni, ma le persone sono avvisate e per esempio tutte le persone dalle quali ho scoperto casualmente un simile oggetto hanno affermato o di averlo scrupolosamente lasciato nella posizione messa dal venditore o di aver chiamato una seconda volta il venditore a disporlo nuovamente non trovando benefici.
Obiezione respinta, quindi.
Quando l’Esperto in Analisi Geobiofisica annuncia che una zona della casa è da evitare perché vi è un campo tellurico che produrrebbe stress spesso negli abitanti si innesca una crisi poiché la casa è quasi sempre già arredata e troppo piccola per permettere cambiamenti e spostamenti, le prese deHappy pillsll’elettricità sono nei punti sbagliati, non si può cambiare casa, ecc. per cui gli abitanti vorrebbero tanto sentirsi dire che con una “pillola” oggetto magico antigeopatia passano tutti i loro mali, così da non dover cambiare nulla della loro casa e della loro vita.
Del resto siamo stati tutti indottrinati così fin da piccoli: non dobbiamo cercare la prevenzione dei problemi, ma comperare la pillola del colore giusto per il nostro caso e il colore giusto ce lo indica il “tecnico” di turno.
Prese tutte le pillole necessarie siamo a posto e continuiamo a intossicarci, a inquinarci, a stressarci come prima per poi stupirci, dopo anni di questo trattamento, che “esca” – chissà da dove – una patologia.

L’Esperto in Analisi Geobiofisica non è un venditore, sono due figure che devono restare separate. L’Esperto in Analisi Geobiofisica dovrebbe dare una prestazione professionale, una consulenza sullo stato energetico della casa, dovrebbe resistere alla tentazione e non illudere i suoi clienti che qualche rimedio sia la “panacea” contro la nocività della zona individuata.
La deontologia professionale proposta dall’Istituto GEA ai suoi esperti garantisce l’utente dagli errori dovuti all’abbinamento delle indagini nelle abitazioni con la vendita di oggetti vari che dovrebbero essere in grado di evitare, eliminare, deviare le onde telluriche oppure di compensare la situazione.

Infatti abbiamo avuto già da tempo la dimostrazione, con un test svolto in cieco da alcuni bioarchitetti tedeschi, che se vi è nell’esperto l’intento di vendere, questo prevale e individua una situazione proiettiva (non reale) funzionale allo strumento che intende vendere; questo avviene anche con persone in buona fede per un processo inconscio.
L’utente per difendersi ha a disposizione la possibilità di scegliere nel Registro degli Esperti curato dall’Istituto GEA un Esperto in Analisi Geobiofisica che sia professionalmente preparato e deontologicamente serio.