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LA CASA E L’INQUINAMENTO INDOOR, IL PUNTO DI VISTA DELLA BIOARCHITETTURA

LA CASA E L’INQUINAMENTO INDOOR, IL PUNTO DI VISTA DELLA BIOARCHITETTURA

di Pier Prospero, relazione al Convegno Techineos di Sanremo di ottobre 2002 —

1) Inquinamento indoor da campi elettromagnetici

La chiave per comprendere la nocività dei campi elettromagnetici naturali e artificiali, e anche la nocività dell’inquinamento indoor, è la dinamica dello stress.

Il nostro organismo ha una notevole capacità di adattamento e resiste anche a situazioni difficili, ma non per un tempo indefinito.
Se lo stress non è troppo forte ma non ha mai fine, cioè diventa cronico, l’organismo ad un certo punto si scarica e cede compromettendo il sistema immunitario(1) e – di conseguenza – aprendo la strada alla patologia.
Gli effetti dello stress cronico sul sistema immunitario sono di due tipi:
a) l’immunodepressione cioè la diminuzione della generale risposta immunitaria dell’organismo che può causare la suscettibilità alle infezioni o l’attecchimento e lo sviluppo di cellule tumorali;
b) l’autoimmunità cioè una risposta immunitaria sbagliata ed esagerata, caratterizzata dallo sviluppo di sensibilizzazioni o dall’emergere di allergie, causata dalla reazione del sistema immunitario a sostanze che potrebbero essere tollerate e, alla fine, anche alle componenti stesse dell’organismo (proteine, enzimi, zuccheri, ecc. che “somigliano” a quelli ingeriti o inalati).
Lo stress è dato dall’imposizione di una pressione che l’organismo contrasta mobilitando le sue energie.
Se è di breve durata e poi l’organismo può rilassarsi recuperando le energie spese, si tratta di uno stimolo che spesso è utile.
Se invece non finisce mai, o si rinnova continuamente, come quello dato dai campi elettromagnetici e dall’inquinamento indoor, causa la continua mobilitazione di tutte le energie disponibili senza la possibilità di recuperarle adeguatamente fino all’esaurimento dell’energia e al conseguente crollo del sistema immunitario. A quel punto ciascuno secondo la sua ereditarietà genetica e il suo stile di vita andrà incontro ad una patologia cui è predisposto.
Questo processo, studiato da Hans Selye e da Alexander Lowen, dimostra la pericolosità dello stress cronico, senza interruzione, che è lo stress in senso moderno, ed è quindi attualmente il più diffuso.elettrosmog
Riguardo alla casa
occorre dividere i campi elettromagnetici (CEM) in naturali e artificiali (tecnici) poiché pur influenzando entrambi le condizioni di salute di chi vi abita, sono molto diversi.
I campi elettromagnetici naturali
oscillanti sono di due diversi tipi:
1) quelli che arrivano al pianeta da fuori come le onde cosmiche, il vento solare, la luce, ecc.
2) quelli legati al pianeta stesso o “tellurici” come la risonanza di Schumann e le sue armoniche, i campi “sferics” dati dai fronti atmosferici, le emissioni del terreno e degli oceani, ecc.;
Le emissioni elettromagnetiche del terreno sono visibili e misurabili con gli spettrometri e nel territorio, per l’ampiezza delle zone di lottizzazione, sono omogenee.
Il territorio italiano ha una geologia molto varia, che può cambiare notevolmente anche all’interno di uno stesso Comune, ma non in una singola lottizzazione.
Dove l’omogeneità di queste emissioni è alterata dalla presenza di emissioni locali diverse o più intense dovute all’idrogeologia o a eventuali anomalie geologiche si hanno, in verticale sulla superficie, le cosiddette “zone di disturbo” studiate soprattutto in Germania come fonti di nocività per chi dorme in loro corrispondenza.
Nel dettaglio del terreno dove si costruisce una casa – o di una ristrutturazione – la strumentazione tecnica disponibile non è ancora in grado di analizzare il luogo e di individuare queste “zone di disturbo“, quindi per individuarle si deve ricorrere a esperti ipersensibili che con un buon addestramento professionale riescano a delimitare tali zone riconoscendone la nocività.reticolo H da Alexandre 2 1
Una volta ottenuta questa “mappatura delle zone di disturbo”, si devono allontanare dalla loro verticale le posizioni per il sonno, il riposo o il lavoro al computer in modo da non subirne lo stress. Infatti la permanenza sulla verticale di queste zone di emissione elettromagnetica naturale disomogenea a quella media presente nel territorio è una forte causa di stress per l’organismo, uno stress profondo, cronico, che diventa inavvertibile col tempo e l’abitudine, finché non sfocia in una patologia, che in questo caso sarà chiamata una “geopatologia“.
È stato fatto uno studio medico scientifico ufficiale, pubblicato in Austria nel 1990 dal dott. prof. Otto Bergsmann, che ha dimostrato la nocività della permanenza su queste “zone di disturbo” per l’alterazione della serotonina e della VES, oltre che di altri 10 parametri di benessere.
Questo studio, intitolato “Risikofaktor Standort“, conclude che tra i fattori di rischio per la salute presenti nella casa si deve aggiungere anche quello della posizione del letto su “zone di disturbo” dovute ad emissioni elettromagnetiche naturali.
I campi elettromagnetici artificiali
sono quelli prodotti dalla tecnologia per utilizzare e trasportare la corrente elettrica a 50 Hz o per inviare teletrasmissioni su radiofrequenze (KHz, MHz, GHz). Quando sono intesi come un inquinamento dell’ambiente si definiscono anche “elettrosmog”.
Alle basse frequenze (50 Hz) i campi sono separati e si distinguono in campo elettrico e campo magnetico.
Con questi due campi abbiamo sempre a che fare nelle case per la presenza dell’impianto elettrico domestico.
Quando tutto è collegato, anche se non sta funzionando nessuna luce o nessun apparecchio, nell’impianto è presente il campo elettrico, e se l’impianto è fatto male o non è ben scaricato a terra questo campo può raggiungere intensità elevate che mettono a rischio la salute.
La Bioarchitettura tedesca indica una soglia massima di 5 V/m nella casa e di 25 V/m nei luoghi di lavoro. Soglie che sono facilmente superate, e di molto, nella nostra realtà quotidiana.
casa attaccata alla spina okQuando si accende una luce o si mette a funzionare qualcosa allora subentra anche il campo magnetico che per la corrente a 220 Volt di casa è misurabile strumentalmente fino a 30 cm circa da un cavo elettrico. Ma se vi sono grossi grovigli di cavi o vicino a un elettrodomestico provvisto di motore (lavatrice, lavastoviglie, robot, ecc.) oppure di trasformatore (radio, TV, videoregistratore, stereo, cordless, computer e periferiche annesse, radiosveglia, ecc.) l’intensità di questo campo può aumentare di molto assieme alla distanza a cui arriva ancora nociva. E si deve sapere che i muri sono perfettamente trasparenti per questo campo.
Un fattore importante per evitare lo stress dovuto al campo magnetico a 50 Hz è la distanza a cui stiamo dagli emettitori perché con un piccolo aumento della distanza si ottiene una grande diminuzione dell’intensità del campo.
Un altro fattore importante è il tipo di impianto elettrico e la sua messa a terra. Infatti con un impianto scrupolosamente a norma, o fatto secondo la bioedilizia, si eliminano tutte le dispersioni di campo elettrico e magnetico a 50 Hz nell’ambiente domestico e a questo punto possiamo stare tranquilli a meno che non mettiamo in casa una lampada alogena con trasformatore nella base, la radiosveglia o il carica telefonino troppo vicino alla testa quando dormiamo.
Per l’utilizzo del computer di casa occorre fare attenzione al monitor che, se è ancora un vecchio modello a tubo catodico, emette campo magnetico, radiofrequenze, campo elettrostatico, raggi x “molli”, particelle subatomiche in fuga dal tubo catodico. Quindi è vivamente consigliabile la sostituzione con un monitor LCD/LED che non emette praticamente niente, soprattutto se ad utilizzare il computer sono anche dei bambini.
La Bioarchitettura tedesca pone la soglia dell’intensità di campo magnetico a 50 Hz da non superare nelle case a 0,1 microtesla ed è un valore ancora alto che andrebbe dimezzato.elettromagnet copia
Un altro pericoloso inquinamento è dato dall’elettrosmog causato da eventuali fonti esterne alla casa come cavi dell’alta tensione, linee elettriche condominiali a 380 Volt sui muri esterni, impianti antifurto, trasmissioni di antenne radiotelevisive e telefoniche.
Questo perché le case non proteggono dal passaggio di questi campi per cui, anche se causati da fonti esterne, vanno a far parte dell’elettrosmog domestico, inoltre non possiamo agire su di essi né allontanare la casa!
I cavi dell’alta tensione e le antenne trasmittenti non dovrebbero convivere con le abitazioni, ma anche le linee a 380 Volt e i ripetitori della telefonia mobile dovrebbero starne lontani.
Infatti tutti questi tipi di emissioni elettromagnetiche sono molto nocivi alla salute se superano una certa intensità, perciò, per non superarla, devono stare lontani dalle case, dalle scuole, dagli ospedali e dai posti di lavoro.
Se questo non è proprio possibile si può ricorrere alla schermatura di parti delle abitazioni poiché, al contrario dei campi elettromagnetici naturali emessi dal terreno, i campi elettromagnetici artificiali sono schermabili con dei fogli di lega metallica messi a punto per usi industriali (aeronavali e spaziali) ma utilizzabili anche nelle case.
Per il campo magnetico dei cavi dell’alta tensione una legge regionale del Veneto aveva posto la soglia di sicurezza a 0,2 microtesla, intensità ancora troppo elevata, al di sopra della quale è provata la pericolosità per tumori e leucemie infantili, ma il governo la congelò rendendola inapplicabile.
Per il campo elettromagnetico delle teletrasmittenti la legge nazionale (Decreto Legge 381 del 10/9/98) pone la soglia a 6 V/m, intensità assolutamente troppo alta e nociva se paragonata alla soglia di 0,5 V/m indicata dalla Bioarchitettura tedesca e alla soglia di 0,2 V/m indicata in seguito agli studi più recenti del prof. Neil Cherry della Nuova Zelanda.
In realtà per l’elettrosmog, come per molti altri inquinanti indoor, non si può stabilire una vera e propria soglia minima di sicurezza e non potendo ottenere una esposizione pari a zero si può ricorrere solo alla applicazione della regola delle massime dosi accettabili socialmente che in questo caso sono date dalle soglie indicate poiché segnano il limite per non incorrere in un aumento di rischio rispetto al resto della popolazione non esposta.

2) Inquinamento indoor da sostanze chimiche o da microorganismi

Il bersaglio degli inquinanti indoor è il sistema immunitario. Secondo gli studi più recenti risulta meno pericoloso trascorrere brevi periodi di tempo a concentrazioni abbastanza elevate che trascorrere lunghi periodi di tempo in ambienti in cui la concentrazione sia di una certa entità, ma tollerabile.inquinamento indoor
Infatti in quest’ultima situazione il sistema immunitario è sollecitato ad intervenire in difesa dell’organismo costantemente, senza potersi ricaricare, e questo induce uno stress che diventa cronico e porta all’esaurimento delle difese immunitarie.
La conseguenza di questo esaurimento è la patologia.
I componenti più comuni dell’inquinamento indoor di tipo chimico considerati immunotossici sono:

  • il biossido di azoto (NO2 gas di combustione sempre presente nelle case) che irrita fortemente le vie respiratorie , sopprime le difese contro virus e batteri e la produzione di anticorpi;
  • i metalli pesanti (nichel, cadmio, piombo, cromo, ecc.) presenti nella polvere fine (diametro < 10 micron) che alterano la fisiologia e la funzionalità delle cellule immunitarie comportando patologie di varia gravità;
  • le fibre di amianto che alterano la capacità immunitaria dei macrofagi;
  • l’Ozono che altera la sintesi dell’interferone, riduce la risposta immunitaria dei macrofagi aumentando la broncoreattività degli asmatici;
  • il Benzene che inibisce la produzione di linfociti e di immunoglobuline G ed A;
  • il Piombo che impedisce la sintesi dell’interferone, altera l’attività dei macrofagi e riduce quindi la capacità immunitaria;
  • la formaldeide presente nelle colle e nelle vernici per i mobili oltre che in molti prodotti per le pulizie domestiche;
  • le resine di appretto utilizzate per dare la piega ai capi di abbigliamento;
  • alcuni pesticidi e funghicidi che entrano nelle case con le pitture murali, con il legno trattato ed anche con la frutta e la verdura non biologiche;
  • il Radon, gas radioattivo (a) derivato dalla decadenza dell’Uranio 238 e del Torio 232; quello derivato dall’Uranio ha una vita di quasi 4 giorni prima di decadere ed è quindi inalabile con l’aria e ingeribile con l’acqua; le regioni italiane in cui le case contengono più Radon sono Lazio, Campania, Lombardia, Friuli, e ciò è dovuto alle caratteristiche del sottosuolo e dei materiali edili (tufi laziali, pozzolane, graniti alpini); inoltre quantità elevate di Radon sono presenti in aree vulcaniche e in corrispondenza di faglie o dislocazioni locali della roccia; le radiazioni a emesse dal decadimento del Radon all’interno dell’organismo sono molto pericolose perché danneggiano le cellule e il loro DNA inducendo mutazioni tumorali.

Per proteggere il sistema immunitario dall’inquinamento indoor di tipo chimico occorre:

  • dare ricambio d’aria ai locali perché quasi sempre le concentrazioni di inquinanti sono maggiori all’interno della casa che nell’aria esterna (eccezioni: finestre che guardano su vie di intenso traffico urbano);
  • disporre di adeguati sistemi di aerazione e di aspirazione nella cucina, dove si concentrano elevati tassi di inquinanti indoor;
  • non rimanere in locali dove sia presente il fumo di tabacco (fumo passivo);
  • utilizzare materiali edili bioecologici per la costruzione e per l’arredamento della casa;
  • utilizzare prodotti biologici e non troppo aggressivi per le pulizie domestiche.

Un altro tipo di inquinanti indoor è quello organico:

  • muffe e funghi che causano infiammazioni polmonari, degli alveoli e delle vie aeree, su base immunologica;
  • batteri e acari: per questi ultimi l’umidità eccessiva è il fattore scatenante, quindi gli ambienti domestici dovrebbero mantenere un’umidità non superiore al 50%.

Occorre ricordare infine che gli impianti di condizionamento sono potenti veicoli di miceti e di altri microorganismi patogeni, soprattutto se non si effettua una costante manutenzione.
In conclusione per abitare in una casa sana ed evitare l’elettrosmog e l’inquinamento indoor occorre cambiare gli usuali punti di riferimento della progettazione delle abitazioni e rivolgersi al punto di vista ecologico della Bioarchitettura che oltre a garantire il benessere di chi abita, garantisce anche il rispetto dell’ambiente.
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(1) Il sistema immunitario è composto da:
Linfociti: cellule in grado di distruggere le cellule estranee o cancerogene tra cui i Linfociti T che sono prodotti nel Timo
Macrofagi: cellule mobili con attività di fagocitosi aspecifica che inglobano e digeriscono i corpi estranei e i detriti cellulari, inoltre attivano alcune specie di linfociti T.
Immunoglobuline: proteine dette anche “anticorpi” poiché presiedono alla neutralizzazione virale e delle tossine, alla fagocitazione degli agenti infettivi, allo scatenamento della citotossicità cellulare per gli agenti estranei e delle attività biologiche che uccidono virus e batteri.