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Discorso di madonna Celeste degli Stortini sopra l’opera “Oltre. Ritratto di un giovane sensitivo” dell’eccellentissimo Pierprospero da Verona

Discorso di madonna Celeste degli Stortini sopra l’opera “Oltre. Ritratto di un giovane sensitivo” dell’eccellentissimo Pierprospero da Verona

Due parole di analisi letteraria sul romanzo “Oltre. Ritratto di un giovane sensitivo”, opera d’esordio di Pier Prospero, libro che ho letto prima di disegnarne la copertina traendo ispirazione dal testo.
La narrazione della vicenda del protagonista è uno sguardo nell’immenso poiché esplora la dimensione dell’alterità trascendente: è uno dei nòstoi dell’anima, un ritorno alle origini ancestrali, alla coesione primigenia.
È un’apocatastasi[1], una reintegrazione dei due principi cosmici, maschile e femminile, ripristinati nell’Unità Increata.
È l’en to pan; il Tutto nell’Uno, il simbolo dell’Oroboro che rappresenta l’esperienza circolare del protagonista, un pellegrinaggio dell’io attraverso gli atavici luoghi dell’impermanenza.
Oltre esperisce dolorosamente la dualità Maschile/Femminile per poi ricongiungersi all’Eterno Femminino ricostituendo così quel potente io androgino, integro e bastevole a sé medesimo.
In questo romanzo la narrazione è anche simbolo del trasmigrare da un archetipo all’altro e, per esempio, viene vissuto l’archetipo dell’Amore che è anelare all’infinito sublime, al divino, al sacro; in perfetto accordo con lo Sturm und Drang[2] ottocentesco.
“Oltre. Ritratto di un giovane sensitivo” è altresì un bildungsroman, un romanzo di formazione, sulla scorta del “Wilhelm Meister”[3] goethiano, con l’aggiunta di un processo alchemico che percorre varie linee sovrapposte, generando un interlacciamento di più dimensioni: il piano terrigeno e contingente; il piano delle Ombre che è il non-luogo; il piano superno, di rimembranza omerica con l’intervento delle due Dee che si contendono il dominio sul destino dell’eroe e infine il piano degli immutabili ed incorruttibili archetipi che si incarnano a prescindere dallo spazio e dal tempo.
Il romanzo di Pier Prospero è una moderna chanson de geste, una storia epica di catabasi ed anabasi[4] nelle radici leggendarie del proprio spirito; un suggestivo percorso animico narrato con colta e vivace scrittura, a tratti poetica e permeata di onirismo e sovrasensi, dove tutto è analogia di qualcosa di invisibile, viscerale e profondo.

Verona, 6 ottobre 2022

d.ssa Celeste Stortini

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[1] Il ristabilimento di ogni cosa nell’ordine voluto da Dio, alla fine dei tempi.
[2] Movimento culturale e letterario della seconda metà del Settecento, letteralmente “sconvolgimento e impeto”.
[3] W. Goethe “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”, 1796.
[4] Discesa e risalita spirituali.