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MINU’ LA ROUGE

MINU’ LA ROUGE
Minù gennaio 2013

genaio 2013

Minù gattina rossa con gli occhi verdini e il nasino all’insù.
Consegnataci il 3 gennaio 2012 da Mirta dell’associazione degli Animalisti di Verona.

Si presume sia nata in maggio o giugno del 2010. Il veterinario aveva stabilito che fosse il 24 giugno, San Giovanni (data molto evocativa…).
Ha avuto i gattini nella primavera del 2011 ed è stata sterilizzata verso ottobre 2011.

Mirta aveva già in custodia altri sei gatti. Minù sta bene e Mirta preferisce occuparsi di gatti anziani o che stanno male. Così l’ha messa in adozione.
Siamo andati a prenderla tutti emozionati; Marilinda aveva fatto una discreta resistenza alla mia idea di prendere con noi una gattina e aveva imposto che fosse rossa, che sono molto rare. La fortuna mi aveva assistito e dopo meno di due mesi che la cercavo era arrivata la notizia che c’era una gattina rossa in adozione. Ma fantasticavo di allevare una cuccioletta abituandola da subito ad andare in auto… invece Minù era già “grande”.
NonostaMinù nellarmadionte le nostre remore, quando l’abbiamo vista ci siamo innamorati entrambi di un amore a prima vista.
Lei non proprio… , era scontrosa e non voleva entrare nel trasportino. I gatti non amano molto i cambiamenti.
Appena arrivata nella nuova casa era impaurita; l’abbiamo messa in camera e lei si è ficcata sotto il lettone e c’è rimasta fino al giorno dopo, continuando a tornarci per tre giorni. Poi ha cominciato ad andare nella cuccetta di vimini che avevamo messo sul davanzale interno, un po’ nascosta dalle tende; era un posto bello caldo perché sotto c’è il termosifone. Mirta ci aveva consigliato di tenerla in casa per circa un mese.
I primi giorni guardava incessantemente fuori dalle finestre, dai tre lati, cercando di vedere e sentire tutto quel che c’è intorno a casa.
Otto, il bassotto che abita di fronte, l’ha vista per primo un pomeriggio che Minù era alla finestra della cameretta e le ha abbaiato e ringhiato per un po’; lei non si è scomposta molto e gli faceva “mmmmmmm” con sdegno da dietro il vetro.
Più problematico è stato l’incontro con Princi, la gatta di una vicina, che è avvenuto dopo qualche giorno quando Princi chiamava insistentemente per entrare dalla porta-finestra perché era abituata a entrare da noi; Minù è andata a vedere chi c’era ma Princi le ha soffiato. Qualche giorno dopo si sono riviste dallo stesso vetro e ho osservato che Princi restava ferma a guardarla, mentre Minù andava su è giù facendo dei movimenti ripetitivi, quasi una danza.
Minù è ben educata alla cassettina, ma vuole tutte le porte aperte, ci chiama per giocare e gioca con foga per un po’, poi si mette a dormire, all’inizio andava nella sua cuccetta, adesso invece sta sul letto.
Ha accettato di portare un collarino elastico, ma la medaglietta col nome e il telefono le dà un po’ fastidio e continua a cercare di prenderla.
Mangiava dei croccantini standard che le facevano abbastanza male.
Siamo riusciti a “svezzarla” e a farle piacere quelli bio. Inoltre le piace la carne biologica.
Il pollo bio lo mangia solo appena comprato: il giorno dopo lo annusa e lo lascia lì…
All’inizio sembrava avere più soggezione di Marilinda, quasi un po’ di paura.
Dopo una settimana invece aveva cominciato a familiarizzare anche con lei.
Si spaventava se facevo per accarezzarla prima di uscire vestito col piumone; ma dopo una decina di giorni sembrava non aver più così paura.
Chissà cosa le è successo e quante ne ha passate nell’anno di vita che ha trascorso prima di essere raccolta da Mirta: si spaventava se prendevamo in mano la scopa per tirar su lo sporco, se prendevamo in mano dei sacchi abbastanza grandi o qualcosa che somigliasse a questi, se alzavo le braccia, se avvicinavo la mano troppo velocemente alla sua testa per carezzarla.
Mangiava in fretta, agitata, guardandosi sempre dietro le spalle.
Non tollerava che le porte delle stanze fossero chiuse e manifestava qualche difficoltà ad aprirle tirandole, cosa che le abbiamo insegnato e adesso riesce a fare.
Inoltre era spaventata dalle persone e non voleva essere presa in braccio neanche da noi. L’unico gesto affettivo diretto che faceva, oltre a dormire ai nostri piedi sul letto, era di leccare a me la testa e di dipanare e leccare i capelli di Marilinda quando stavamo sul divano. Naturalmente la lasciavamo fare e, anche se è strano a dirsi, faceva piacere.

Il nostro rapporto si è formato e rinsaldato rapportandoci stando piegati alla sua altezza e con il gioco: all’inizio siamo stati entrambi molto tempo, a volte delle ore, ogni giorno a giocare con lei con un giocattolo legato a uno spago. Poi le ho comprato un topo finto per il quale impazziva e l’ha subito distrutto. Poi dei topini più piccoli che le piacciono ancora di più e chiede che le siano lanciati in vari modi. A volte si nasconde dietro qualcosa e dà un segnale dopo un po’ che la cerco senza vederla. A suo modo gioca a nascondino.
Con Marilinda ha evoluto anche un gioco per cui oltre a nascondersi aspetta anche di essere rincorsa, basta che Marilinda accenni ad una piccola corsa, anche muovendosi pochissimo, che si agita tutta, “fa la gobba” e scappa da tutte le parti correndo come una pazza. Finché si ferma e, impassibile, si mette a leccarsi con meticolosa precisione senza badare più a nessuno.

Ogni giorno quando lei ce lo chiede e in momenti diversi, sia io che Marilinda giochiamo con lei ai vari giochi che lasciamo sia lei ad impostare variando sempre le sequenze.
Per me era impagabile avere qualcuno che mi aspettava e mi accoglieva quando tornavo dall’ufficio (Marilinda è sempre in studio fino a sera) e mi faceva giocare dopo le ore di lavoro, così mi tornava il buonumore e mi si rigeneravano le energie.
Dopo neanche due mesi che era con noi le abbiamo insegnato a uscire e rientrare dalla sua porticina, la gattaiola, consegnandole cMinù gennaio 2014osì virtualmente le “chiavi di casa” e ne è stata molto contenta.
Io sono contrastato: sono convinto a lasciarle la libertà di uscire ma sono anche sempre in ansia finché non la vedo rientrare. Le vicende di Gioggi e di Fili mi hanno un po’ segnato.

Adesso, dopo anni che è con noi, è sempre più affettuosa, ha iniziato a fare un po’ la pasta, ci fa le fusa e – incredibile – ci sale sulle ginocchia quando siamo sul divano.
Non abbiamo nessuno che possa accudirla se andiamo via e quindi quando la nostra assenza supera i due giorni dobbiamo portarla con noi, così nonostante non ami l’auto Minù è diventata una gattina viaggiatrice: è stata più volte a Ischia prendendo anche la nave traghetto, è stata a Lussino e in Puglia, è venuta con noi ad Aosta e a Sanremo dove il Nostro Dottore si è generosamente prestato a “visitarla” (bofonchiando che gli fanno sempre fare il veterinario…) determinando che è allergica al latte come me ed ha il carattere ereditario “rettiliano” che viene curato dal rimedio omeopatico Graphites. Così in casa adesso abbiamo tutti i tre caratteri ereditari.
Il suo non è uno scherzo e l’ha dimostrato con una territorialità straordinaria per una femmina, aveva allontanato Princi e tutte le altre gatte oltre che dalla nostra terrazza anche da un bel territorio intorno e poi anche da un tratto di strada.
Cede solo alle lusinghe di un gattone nero molto bello, che abita qualche casa più in là, che abbiamo trovato in casa più volte d’estate quando resta la porta aperta e magari noi per qualche motivo siamo sotto, in lavanderia.
Come ha detto Mirta quando l’ha saputo: hanno anche loro le loro preferenze.

Per fortuna Minù non è stata vaccinata così ha un buon sistema immunitario integro. Cambiando la lettiera con una naturale e i croccantini con quelli bio le sono sparite le vescicole ai polpastrelli che aveva quando è arrivata e adesso sta benissimo, pesa anche in media 4 chili, un chilo di più di quando è arrivata.
Mirta ci aveva detto che non la si sentiva mai miagolare, salvo quando c’era qualcosa che non andava, invece adesso Minù “parla” molto con vari vocalizzi e intonazioni, che però noi – non avendo l’anello di Re Salomone – spesso non capiamo. Lei attira la nostra attenzione e poi ricorre al linguaggio dei muti facendo dei segni (indica la finestra per chiedere di aprire il vetro, fa un “attacco” per chiedere di giocare) oppure si fa seguire per farci vedere cosa vuole (croccantini finiti, acqua scarsa, cassettina sporca, porta chiusa, ecc.) e bisogna dire che ci riesce bene, praticamente proprio come farebbe un bambino muto.Minù beve dal vaso coi pesci di vetro copia
Una cosa buffa è che quando è arrivata ha trovato un grosso vaso di vetro con la bocca larga in cui Marilinda aveva messo dell’acqua con dei pesciolini di vetro colorati attaccati ad una bolla galleggiante per fare una specie di finto acquario; noi le avevamo messo una ciotola con l’acqua vicino ai croccantini, ma lei è andata subito a bere al vaso-acquario, sarà che le piacevano i pesciolini, e tutt’ora a casa Minù beve solo da lì. Ci avvisa sempre quando il livello dell’acqua scende sotto un certo limite che la costringe a alzarsi sul vaso in una posa buffa. Fuori casa beve in qualsiasi ciotola le mettiamo vicino ai croccantini, ma a casa solo da lì.