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SCRITTI CREATIVI DI PIER

l'autoreChi sono:
Arsenico e psora
rigido e orale
un po’ schizoide e un po’ pantofolaio.
Lunatico e ipersensibile,
sono troppo razionale
per il mio inquietante
sesto senso.
Sono ideologico:
un fesso utopista
sovversivo conservatore
di valori umani dismessi.
Atipico misantropo
insegno a quei pochi
quel poco che so.
Il latte mi uccide
e nemmeno lavorare
mi fa molto bene.
Estremista del Giusto Mezzo
seguo il Tao
senza raggiungerlo
e applico troppo spesso
la legge di Murphy.
Sto invecchiando.

los versos del capitan

Il mio sogno:
scrivere con la passione di Neruda.

Il mio sogno è scrivere con la passione di Pablo Neruda, il poeta che amai così tanto nei miei anni giovanili da leggerne quasi l’intera opera.
Di mio scrivevo di testa e sentivo la mancanza del cuore che trovavo battere forte in Neruda. La pancia non mi interessava.
Però la mia vicenda nella scrittura creativa non inizia dalla poesia ma dalla prosa. L’insegnante di Italiano alle scuole medie si accorse che nei miei temi a volte c’era un che di anomalo, una narrazione inaspettata per la mia età, e mi concesse qualche rara gratificazione. Al liceo scientifico la mia vocazione per le lettere e le altre materie umanistiche uscì allo scoperto causandomi grossi problemi con la matematica che doveva avere la priorità assoluta ma non mi andava giù.
Tutto questo in un soggetto che soffriva di un lieve tratto Asperger, quindi di notevoli problemi nelle relazioni, e che in famiglia non aveva libri, a parte i testi scolastici.
Fin da bambino a ogni ricorrenza chiedevo a zie e zii di regalarmi dei romanzi, ma raramente il mio desiderio veniva esaudito. Nonostante avessi già la televisione, quelle rare volte in cui succedeva e ricevevo un libro ero felice come pochi alla mia età potevano esserlo per quegli universi di fantasia che leggevo e rileggevo fino a consumarne la carta stampata. Quando mi immergevo in quelle riduzioni per ragazzi di “Ventimila leghe sotto i mari” o dei “Viaggi di Gulliver” oppure dei “Tre Moschettieri”, ero talmente immerso in quei mondi fantastici che vedevo proiettati nello schermo della mente da non sentire più i rumori né vedere le persone, e mia madre per farsi ascoltare doveva scuotermi con una certa energia, come per svegliare uno mentre sta sognando beato.
Per comprendere le parole e i contenuti che non conoscevo o non capivo passavo parecchie ore sull’Enciclopedia Curcio che per fortuna mio padre aveva comprato da un venditore porta a porta e tengo ancora per ricordo.
Di sicuro la mia propensione a scrivere nasce da quella passione per la lettura, sebbene il mio lessico fino alla seconda liceo fosse per forza ancora limitato, non avendo potuto leggere regolarmente che periodici come “Topolino” e poi “BIG”, un settimanale di musica, che mio padre mi concedeva la domenica se rinunciavo alle pastine o al gelato, quando lui si comprava “il Corriere della sera” con il supplemento di fumetti a strips come “L’uomo mascherato”, “Flash Gordon”, e altre strisce “da grandi” che divoravo appena me lo passava.
Da quando avevo compiuto i quindici anni riuscivo a procurarmi i libri da leggere facendomeli prestare da mie compagne di classe oppure acquistandoli nei due banchetti di libri usati che c’erano in Piazza delle Erbe. I pochi soldi che mi giravano per le tasche dovevano andare più spesso per il cinema e la pizza con la morosa.
libreria sala per sitoDa adulto ho compensato la mancanza giovanile con l’acquisto compulsivo, sebbene lavorando fosse subentrato un problema di tempo che in precedenza non avevo mai avuto e molti libri non riuscissi neanche a leggerli. Nelle varie case dove ho abitato, pur sforzandomi di sistemare librerie di un certo volume, non ho mai trovato posto abbastanza per mettere ben visibili tutti i miei libri.libreria studiolo per sito
Poi arrivò il periodo della Bioarchitettura e della Geobiologia e le mie letture vennero costrette esclusivamente alla saggistica. Imparai molte cose pratiche, utili per il mio lavoro di consulente, ma anche delle brutte modalità di esposizione, piuttosto comuni nei libri dei docenti universitari o degli studiosi, maniere di scrivere contorte che riproducevo inconsapevolmente negli articoli divulgativi pubblicati su riviste di settore, ora in parte raccolti in questo sito nella sezione “ambiente di vita e alimentazione”.
Del resto, dopo il liceo scientifico mi sono laureato in Architettura e mi mancavano le basi per un uso più elevato della lingua.
In realtà a portarmi a scrivere in modo creativo è stata la poesia che – al di fuori delle antologie di scuola dove per me brillava solo Leopardi – si materializzò quando avevo quindici anni in un libro di Jacques Prévert passatomi da una compagna di classe con una sorella più grande. La lettura di quelle poesie causò lo sblocco dei sentimenti che ancora non riuscivo a esprimere a parole e mi impose di scrivere i primi versi, ispirati dallo stupore per il sentimento amoroso e dedicati alla ragazzina di cui mi ero invaghito. Ho continuato a scriverne tutta la vita e alcune di queste composizioni, che forse è un po’ azzardato chiamare “poesie”, si possono leggere in questo sitonella sezione “Racconti e poesie di Pier”. Alla fine degli anni Settanta ne trasformai due in canzoni rielaborando il testo assieme a un amico che sapeva suonare bene la chitarra e ne scrisse la musica. Si possono ascoltare dalla homepage di questo sito interpretate da un amico comune che le suonava spesso quando ci trovavamo in compagnia.
Anni fa, durante una malattia che mi costrinse a letto per mesi passavo il tempo a leggere finché un giorno mi venne la pulsione a scrivere e iniziai a inviarmi delle mail dal cellulare buttando giù ricordi, impressioni, emozioni e infine vicende fantasiose del tutto inventate. Alcuni stralci li riportai su questo sito e un amico, forte lettore, mi disse che scrivevo abbastanza bene da pensare di fare un libro. Parole magiche che mi proiettarono come molle in un mondo di scrittura creativa che conoscevo solo da fruitore.
Elaborando altri stralci delle mie scritture telefoniche misi insieme piccoli pacchetti di fogli A4 da far leggere ad amici e conoscenti per raccoglierne i pareri. Gli incoraggiamenti prevalsero sulle stroncature e mi dissi “Perché no?”
Dalle critiche avevo capito che per rivolgersi al pubblico ci voleva anche un po’ di “mestiere” e cominciai a frequentare dei corsi, bloccati immediatamente dalle restrizioni sanitarie di quei due anni terribili e poco dopo sostituiti da corsi online.
All’università avevo studiato Storia dell’arte con un docente che discuteva “Le Vite” del Vasari, quindi avevo già in mente che per riuscire a esprimere la creatività ci vuole una solida conoscenza della tecnica, sapevo cioè che “il mestiere” è l’abbinamento della capacità artigianale con la cultura e la fantasia dell’arte. Ho avviato perciò un percorso di apprendimento nella scrittura narrativa che non so quando finirà, se mai avrà un termine, e intanto metto alla prova i miei risultati esponendoli su questo sito, sperando di ingraziarmi gli spettatori con queste spiegazioni iniziali, come avveniva nella Commedia di un tempo.

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